venerdì 29 ottobre 2010

Espero e la dama di Luna. Prima parte.

Tanto tempo fa,in una terra misteriosa  dominata dall'assenza del Tempo,una zona di confine tra il mondo  reale e quello del Sogno,viveva un cavaliere,dallo sguardo fiero e coraggioso,munito di una spada leggendaria in puro argento,e sul manico,erano incastonate pietre preziose dai riflessi violacei.
Era un uomo dalla bellezza esotica,ma solo e il suo cuore soffriva di profonda malinconia. Aveva un desiderio soltanto che lo manteneva in Vita,in quella placida solitudine: salvare la sua amata principessa,nota come la Dama di Luna,rinchiusa in una torre di avorio irraggiungibile,sospesa nel Vuoto,e il suo sospiro veniva udito da tutti gli abitanti di quella terra,durante il novilunio.
Molte sacerdotesse,comprese le Maghe dell'Oscurità e le figlie di Morrigan la Selvaggia,tentarono di distruggere quella deliziosa tomba d'avorio,ma ne la magia delle prime e tanto meno i venti furiosi delle seconde,riuscirono a scalfire quelle pareti bianche. Ma il cavaliere,era deciso a salvarla,dopo numerosi insuccessi di altri coraggiosi principi e ragazzi prima di lui.
Tuttavia,i suoi tormenti non terminavano qui:la sua spada era Maledetta,nonostante le sue grandi Virtù. Subì il maleficio di un mago,nel tempo in cui la forgiarono,nessuno conobbe il  suo volto,ammesso che sotto quel cappuccio di tela grigia ne avesse avuto uno.

Al Crepuscolo di una giornata di settembre,Il giovane cavaliere decise di partire e si inoltrò nel bosco,con la speranza di incontrare,lungo il tragitto,qualche anima o spirito buono in grado di aiutarlo.

Camminò a lungo,a fianco del suo cavallo,seguendo un sentiero a malapena visibile nell'oscura foresta. Ad un certo punto,decise di fermarsi in prossimità di un fiume,per dissetarsi e si assopì appoggiando la testa su una zolla di erba morbida e sognò a lungo.
Al suo risveglio,si accorse con spavento che si era addormentato ed era notte inoltrata. Dopo qualche istante,udì un canto soave di una fanciulla e interrotta dai passi dell'uomo esclamò:"Giovane cavaliere,non temere. Io sono la Strega dell'Acqua e dimoro nel cuore degli uomini. Domino il potere dei fluidi e posso leggere nel futuro. Ma nel tuo vedo difficoltà e il tuo animo è colmo di profonda tristezza.".Il principe rispose"Strega dell'Acqua,io sono alla ricerca della dama di Luna,che a lungo ho amato prima della sua prigionia,e le nostre anime sono legate da un destino crudele e la disperazione alberga nei miei pensieri ".
A quel punto la Strega,si avvicinò all'uomo,e lui si accorse che era totalmente vestita di rugiada e i suoi capelli erano fini e splendevano come l'argento della sua spada.
Lei continuò il suo discorso cosi:"Vedo che la tua spada è stata colpita da una maledizione potente e nera,e in questo stato non ti servirà per salvare la tua amata Dama. Quindi,decido di purificarla in parte con il mio potere,ma non basterà. Dovrai recarti,dopo di me,dalle mie sorelle che governano gli altri tre elementi".
Il cavaliere acconsentì e lei immerse la spada nell'acqua e sussurrò un'invocazione che suonava così:"Ovest,amore acqua e sirene,vi prego di esaudire il mio bene....".
Finita l'invocazione agli Spiriti dell'Acqua,restituì la spada e diede delle indicazioni per raggiungere sua sorella,la Strega della Terra.

Il principe si incamminò a lungo e si inoltrò in un bosco fitto che diveniva sempre più buio e umido,con una strana luce verdastra che illuminava malamente il sentiero. Sentì dei passi pesanti dietro di sè,e spaventato si voltò. Non vide nulla che lo spaventasse tanto quanto una donna di estrema pienezza e bellezza,come lo era la Strega della Terra. Una dama vestita di edera soltanto,con lunghi capelli rossicci e la pelle lievemente ambrata si fece avanti e guardò l'uomo con occhi profondi e neri,come la notte. Esclamò"Non stupirti della mia avvenenza. Io sono colei che è sempre fertile e domino i poteri di Madre Natura. Conosco ogni sussurro e sospiro della mia terra e il siero delle piante quietano le sofferenze di ogni creatura vivente".
Egli,dopo aver realizzato la sua presenza,rispose,con un filo di voce"Bellissima Signora,io amo la Dama della Luna,ma la sua prigione è fatta di oblio,tutti si sono dimenticati di lei da decenni,ma io no e vivo della sua esistenza."
La Strega si commosse e tese le mani verso la sua spada"la tua spada è maledetta e devo purificarla con il mio potere. Le infonderò solidità e nuova forza e benedirò le sue gemme.".
Conficcò la spada nella nera terra e formulò un'invocazione agli Spiriti che lei stessa dominava”Nord,gnomi,radici e bosco,portate i doni che io vi riconosco..”.
Infine,restituì la spada e gli descrisse come raggiungere la dimora della prossima sorella,la Strega dell'Aria.

Camminò a lungo fin ché non si addentrò in una pianura,completamente ricoperta di Nebbie.
Non sapendo dove dirigersi,arrestò il suo cammino e attese l'arrivo della Strega dell'Aria .Attese a lungo, fin ché le nebbie non si diradarono un po' e apparve una fanciulla snella e sottile,vestita di sottili fili argentati che le ricoprivano il corpo fragile e pareva che camminasse a mezz'aria,come se fosse sospesa. La sua chioma era biondissima e ondulata e la sua pelle chiara,pareva trasparente,i suoi occhi grigi,apparivano vacui,ma celavano una vivacità imprevedibile.
Quando gli rivolse la parola,la sua voce era fioca e leggera,ma in quel luogo silenzioso si udiva benissimo:”Ti aspettavo. Conosco la tua storia e i sospiri della Dama che ami, si propagano attraverso il vento che io domino. La tua spada necessita della mia benedizione. Avvicinati”.
Lui si avvicinò e avvertì una sensazione di freschezza,come le brezze primaverili,gli sembrava di trovarsi dinanzi alla reincarnazione di qualche divinità del vento. Le porse la pesante spada e la fanciulla, con un'insospettabile destrezza l'agitò in aria invocando gli spiriti dei venti”Est,silfidi,vento e conoscenza,vi chiamo in mia presenza.. ”.
Finita l'invocazione,la spada sembrava dotata di una luce nuova che non aveva mai conosciuto. Grato si inchinò a lei,ma la Strega con gesto delicato sul capo,lo riprese e gli indicò la strada per raggiungere la Strega del Fuoco,ma avvertendolo del carattere bellicoso della focosa sorella” Sappi che la Strega del fuoco possiede le chiavi per aprire le porte degli Inferi,dove dimora il Signore delle Ombre. La sua magia è più forte della nostra,ma sarà l'unico in grado di distruggere la torre d'avorio dove è prigioniera la tua amata.”
Lui si congedò e dopo uno sguardo di rassicurazione di lei,si incamminò lungo il sentiero che lo conduceva sempre più vicino alla sua meta.

Il luogo dove giunse era deserto e spirava un vento bollente e violento,che seccava la pelle. Dal terreno risalivano dei fumi come se il terreno sottostante ribollisse in continuazione. La vegetazione era scarsa e ruvide pietre nere erano sparse dappertutto.
Il cavaliere si sentiva la gola riarsa e desiderava spostarsi velocemente di lì,attendendo con impazienza la Strega del Fuoco.
Dopo un lasso di tempo che sembrava interminabile,avvertì lo scalpiccio di un cavallo,che non era il suo,alle sue spalle e quando si voltò,vide una donna dall'aspetto maturo,forte e vestita con abiti cinerini e sporchi di fuliggine. I suoi capelli avevano una tonalità cosi scura,che parevano in grado di simulare le tenebre della notte più nera. Il suo sguardo ardeva di impazienza e il suo portamento era altero come un'amazzone. Si rivolse a lui con una voce inaspettatamente pacata,ma autoritaria “Conosco il tormento del tuo animo e la maledizione della tua spada terminerà solo con il sacrificio. Le mie fiamme la purificheranno e forgeranno il tuo nome. Ti chiami Espero e l'energia della stella del Mattino,Venere,ti ha protetto fin qui e ti ha condotto dalle mie sorelle fino a giungere al mio cospetto. Io possiedo la chiave per aprire le porte degli inferi,ma non mi sarà permesso di entrare, poiché dovrai affrontare l'Ombra da solo. Egli ti attende da diverso tempo.”
Prese la spada e la passò attraverso le fiamme da lei stessa generate dal nulla mormorando invocazioni alle Salamandre,gli Spiriti del Fuoco che lei dominava. Infine,in silenzio lo accompagnò fino a una città le cui rovine erano antichissime e sconosciute a memoria d'uomo.
“Questa è la porta dell'Ade. L'antica città che vedi davanti a te è disseminata di pericoli. Sentirai sussurrare voci maligne che tenteranno di desisterti dal tuo intento e verrà usato ogni trucco per scalfire la tua volontà. Ma tu non ascoltarle e procedi, o morirai”.

Espero mosse i primi passi verso le rovine,notando le inquietanti sculture ciclopiche che dominavano la scena,come monito per eventuali visitatori.
Ma lui non era un visitatore,e i sussurri che avvelenavano la sua mente si trasformarono lentamente in un vociare sempre più intenso e fastidioso. I suoi movimenti si fecero incerti e una lingua antica gli comunicava formule,sussurri,nomi e parole che solo in un incubo poteva comprendere appieno.
Giunse faticosamente in prossimità di un pozzo,misteriosamente intatto,largo e profondo,dal quale provenivano le voci che lo torturavano.
Si ricordò delle parole della Strega del Fuoco e la sua determinazione riprese vigore. Sfiorò la sua spada e ne sentì la magia che iniziava a scorrere nelle venature del prezioso metallo.
Si sporse dal bordo del pozzo e intravide una scala in pietra che lo avrebbe condotto nelle sue profondità.
La paura lo avvolgeva in una morsa mortale,i muscoli gli dolevano e le sue mani tremavano di incertezza e iniziò a desiderare ardentemente la sua resa.
Tuttavia scese. E l'oscurità,come un'amante,lo abbraccio voluttuosamente e lo attrasse a sé.

Fine prima parte.......

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